L'amico d'infanzia di Maigret by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Mystery, Foreign Language Fiction, Thriller & Suspense, Foreign Languages, Italian, Literature & Fiction
ISBN: 9788845925719
editore: Adelphi
pubblicato: 2011-02-28T23:00:00+00:00

Maigret aveva sperato di interrogare Pel di carota, Jean-Luc Bodard, ma l’ispettore incaricato di cercarlo era tornato con le pive nel sacco. Il giovane assicuratore era in giro e sarebbe rientrato solo in serata.

Abitava in un alberghetto di boulevard des Batignolles, l’Hôtel Beauséjour, e mangiava al ristorante.

Maigret si rodeva, come se qualcosa nella sua inchiesta non quadrasse. Era scontento di sé, a disagio. Di esaminare le pratiche ammucchiate sulla sua scrivania non se la sentiva proprio, così aprì la porta degli ispettori.

«Vieni...» disse a Lapointe. «Prendiamo una macchina...».

Solo quando furono sul lungosenna borbottò:

«Rue Notre-Dame-de-Lorette».

Gli sembrava di aver trascurato un dettaglio importante, di aver sfiorato la verità senza rendersene conto. Durante tutto il tragitto non aprì bocca e, a forza di mordicchiare la pipa, ne spezzò il cannello di ebanite.

«Cerca di parcheggiare e raggiungimi».

«Nell’appartamento?».

«In portineria...».

Maigret era ossessionato dalla portinaia, dal suo fisico mostruoso e dai suoi occhi immobili. La ritrovò esattamente allo stesso posto del giorno prima, in piedi dietro la tenda di tulle che scostava con la mano. Solo quando lui aprì la porta la donna indietreggiò.

Non gli chiese che cosa voleva, limitandosi a guardarlo con riprovazione.

Aveva la carnagione bianchissima, di un bianco malsano. Maigret si chiese se non fosse «ritardata», come si dice in campagna, una di quelle sceme inoffensive che si incontravano una volta nei paesini.

Nel vederla piantata dritta come una torre in mezzo alla portineria, il commissario perse la pazienza.

«Si sieda» disse in tono seccato.

Lei, senza scomporsi, fece di no con la testa.

«Le riformulerò le stesse domande di ieri. Questa volta, però, la avverto che se non dice la verità può essere indagata per falsa testimonianza...».

La donna non fiatò e, dal suo sguardo, al commissario parve quasi che ci provasse gusto. Evidentemente non aveva paura di lui. Non aveva paura di nessuno.

«Qualcuno è salito al terzo piano fra le tre e le quattro?».

«No».

«E agli altri piani?».

«Solo una signora anziana, dal dentista».

«Conosce François Paré?».

«No».

«Un tipo alto e robusto, sulla cinquantina, pochi capelli e baffi neri...».

«Forse».

«Era solito venire il mercoledì verso le cinque e mezzo... È venuto ieri?».

«Sì».

«A che ora?».

«Non so di preciso. Prima delle sei».

«È rimasto su molto?».

«È sceso subito».

«Non le ha chiesto nulla?».

«No».

Rispondeva come un automa, con il viso immobile, lo sguardo fisso su Maigret, quasi si aspettasse che, da un momento all’altro, le venisse tesa una trappola. Stava forse proteggendo qualcuno? Si rendeva conto dell’importanza delle sue dichiarazioni o no?

In gioco c’era la sorte di Florentin perché, se nessuno era entrato in quella casa, il racconto dell’ex compagno di scuola di Maigret era falso: il campanello non aveva suonato, non c’erano state visite e Florentin non si era nascosto nel guardaroba; in parole povere, era stato lui a sparare all’amica.

Qualcuno bussò piano sul vetro e Maigret fece entrare Lapointe.

«Uno dei miei ispettori» spiegò. «Le chiedo per l’ennesima volta di pensare bene a ciò che dice e di rispondere solo se è sicura...».

Quella donna non aveva mai avuto un ruolo così importante in tutta la sua vita, e certo dentro di sé gongolava. Doveva essere meraviglioso per lei vedere che un capo della polizia quasi la supplicava di aiutarlo.

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